I disturbi del sonno nella Sindrome di Dravet
Problemi e disturbi del sonno sono frequenti nelle persone con epilessia (da 2 a 3 volte più comuni rispetto alla popolazione generale di pari età, soprattutto per I pazienti con crisi epilettiche scarsamente controllate e complicate da problematiche neurologiche. I disturbi del sonno sono fonte di preoccupazione per pazienti, genitori e caregiver perché aumentano la probabilità di insorgenza delle crisi epilettiche a causa della deprivazione di sonno. Inoltre, una condizione di sonno disturbato continuata e prolungata nel tempo può avere un impatto sull’apprendimento dei bambini e influisce negativamente sulla qualità di vita di tutta la famiglia. Questa criticità emerge chiaramente dalla percezione estremamente ridotta che hanno i caregiver delle persone affette da sindrome di Dravet rispetto alla qualità del sonno dei loro cari.
La complessa correlazione tra crisi epilettiche e qualità del sonno è nota da tempo, così come il fatto che la normalizzazione del ritmo sonno-veglia nei pazienti con epilessia possa ridurre la frequenza delle crisi (Beran et al, 1999). Solo recentemente però i disturbi del sonno nelle persone con sindrome di Dravet sono diventati oggetto di studio e indagine, seppure ancora limitatamente rispetto ad altri aspetti della patologia, nonostante una percentuale elevatissima (dal 75% al 97%) di genitori di bambini con SD riporti problematiche del sonno (Schoonjans et al, 2019; Nolan et al, 2006;). Questi dati sono stati evidenziati nel 2018 anche da Licheni (Licheni et al, 2018) che, utilizzando la Scala dei Disturbi del Sonno per Bambini1(in inglese Sleep Disturbance Scale for Children) e un questionario su tipologia e frequenza delle crisi compilato da genitori/caregiver, ha riscontrato disturbi del sonno nel 75% dei suoi pazienti affetti da sindrome di Dravet.
Da un’analisi della letteratura scientifica e dalle evidenze cliniche emerge che i principali disturbi del sonno riscontrati nei pazienti con SD sono:
- insonnia e risvegli precoci (Bjurulf et al, 2024) e, di conseguenza, una eccessiva sonnolenza diurna;
- disturbi della transizione sonno-veglia, che colpiscono frequentemente i bambini con sindrome di Dravet a partire dai 4-5 anni (Cardenal-Muñoz et al, 2022);
- difficoltà a iniziare e mantenere il sonno, particolarmente comune nei pazienti di età superiore a 20 anni (Cardenal-Muñoz et al, 2022). In particolare, sono stati osservati un maggior numero di risvegli notturni e una maggiore difficoltà a tornare a dormire dopo essersi svegliati;
- disturbi della respirazione, frequenti ad ogni età (Cardenal-Muñoz et al, 2022);
- aumento del pattern ciclico alternato, cioè delle variazioni periodiche nel tracciato EEG durante il sonno non REM (NREM). Questo risultato è stato osservato da Dhamija et al. sottoponendo a polisonnografia 6 pazienti con sindrome di Dravet, pur senza riscontrare alcuna anomalia specifica nella macroarchitettura del sonno (Dhamija et al, 2014). Questo indica che, anche in assenza di risvegli, il sonno in questi casi è più leggero e meno ristoratore;
- convulsioni, rilevate da Van Nuland e colleghi nel 53% dei pazienti Dravet (Van Nuland et al, 2021);
- risvegli notturni non correlati alle convulsioni (nel 76% dei pazienti Dravet considerati nello studio di Van Nuland) (Van Nuland et al, 2021);
- sonno disturbato a causa di crisi epilettiche, farmaci, politerapia e enuresi notturna (Van Nuland et al, 2021; Cossu et al, 2025).
Soluzioni terapeutiche per i disturbi del sonno nei pazienti con SD
Le anomalie del sonno riscontrate nei pazienti con sindrome di Dravet hanno portato a ipotizzare che SCN1A possa svolgere un ruolo anche nelle vie neuronali coinvolte nella regolazione del sonno. In effetti, anche gli studi sugli animali hanno evidenziato disturbi del sonno (Papale et al, 2013; Han et al, 2012; Sanchez et al, 2019; Kalume et al, 2015; Kreitlow et al, 2025). Le mutazioni del gene SCN1A potrebbero quindi contribuire alla disgregazione del sonno attraverso la disregolazione delle reti neurologiche coinvolte nel sonno stesso (Licheni et al, 2018).
Tuttavia, ad oggi, un ruolo di SCN1A nella regolazione dell’architettura del sonno non è stato esaminato nel dettaglio, così come mancano ancora una comprensione coerente e completa dei disturbi del sonno nella sindrome di Dravet e una guida ai trattamenti basata sull’evidenza.
Alcuni ricercatori hanno valutato una possibile terapia per risolvere i disturbi del sonno nei pazienti con SD, tra cui il più diffuso è il trattamento con melatonina. Infatti, in presenza di disturbi del ritmo sonno-veglia, nella pratica clinica viene generalmente indicato l’utilizzo di melatonina (2 mg) a rilascio prolungato. Nel 2018 Myers ha condotto uno studio clinico randomizzato testando l’effetto della melatonina sul sonno di bambini e adulti con sindrome di Dravet, ottenendo prove di un, seppur molto limitato, beneficio clinico (Myers et al, 2018), riportato soprattutto dai genitori dei pazienti.
Studi recenti mostrano come cannabidiolo e fenfluramina abbiano un effetto positivo non solo sui disturbi del comportamento ma anche sui problemi del sonno (Marshall et al, 2023; Jensen et al, 2022), aiutando a regolarizzare il sonno e agendo efficacemente anche sulla sonnolenza diurna. In particolare, a seguito dell’utilizzo di fenfluramina, i familiari hanno riportato un miglioramento della qualità del sonno in quasi due terzi dei pazienti oggetto dello studio (Jensen et al, 2022).
Nella pratica clinica, in presenza di crisi notturne che influenzano negativamente il sonno si preferisce l’utilizzo di clobazam o clonazepam, mentre in caso di insonnia viene indicato il trattamento con benzodiazepine (zolpidem o delorazepam). La niaprazina può essere utile se si manifesta agitazione psicomotoria (notturna ma anche diurna), mentre per ansia o sintomi depressivi che impediscono un giusto riposo si può considerare l’utilizzo di farmaci antidepressivi (in particolare tradozone o mirtazapina).
Da ultimo, è importante sottolineare che i disturbi del sonno nella sindrome di Dravet possono essere a volta sottostimati, in quanto il medico che ha in cura il paziente spesso non chiede alla famiglia se è presente un disturbo del sonno, mentre i genitori sono a volte restii a riferire problemi del sonno per:
- dare maggiore attenzione alle crisi epilettiche e/o a problemi internistici piuttosto che ad altri disturbi;
- paura che il medico possa aggiungere altri farmaci alla terapia in corso;
- paura che il medico giudichi il familiare pensando che vorrebbe sedare il proprio caro per poter riposare meglio la notte.
Affrontare in modo sistematico i problemi del sonno e la terapia associata dovrebbe essere una priorità nella ricerca sulla sindrome di Dravet, considerando l’impatto sulle crisi epilettiche, sulle disabilità cognitive e di apprendimento e sulla qualità di vita complessiva non solo del paziente, ma di tutta la famiglia. Allo stesso tempo, è fondamentale che medici e familiari siano consapevoli che i problemi del sonno sono molto frequenti e vanno trattati nel modo migliore sulla base alla storia clinica dei pazienti, per garantire a tutta la famiglia la miglior qualità di vita possibile.
Bibliografia
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- Van Nuland A et al. Sleep in Dravet syndrome: A parent-driven survey. Seizure 2021; doi: 10.1016/j.seizure.2020.12.021; https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1059131120304180